I Green Bond o “obbligazioni verdi” sono strumenti di finanza etica, analoghi alle obbligazioni tradizionali, per il finanziamento di progetti a impatto ambientale. Ma cosa vuol dire esattamente “impatto ambientale” e quali sono i vantaggi per gli investitori?
Cosa sono i Green Bond?
I Green Bond sono in tutto e per tutto obbligazioni, emesse però con un obiettivo specifico: sono infatti obbligazioni destinate al finanziamento di progetti aventi caratteristiche di sostenibilità ambientale, come il risparmio energetico, la produzione di energia sostenibile, il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, la prevenzione e controllo dell’inquinamento, le infrastrutture per trasporti a minor impatto sull’ambiente come ad esempio le ferrovie, l’edilizia eco-compatibile, l’uso sostenibile dei terreni, etc.
Il primo green bond è stato emesso nel 2007 dalla BEI (la Banca europea degli investimenti), mentre in Italia il primato spetta alla multiutility emiliana Hera, nel 2014. Da allora la crescita del segmento è stata progressiva, e ha accelerato negli ultimi anni grazie all’ingresso nel mercato delle grandi imprese dei paesi emergenti e alla sempre crescente attenzione delle istituzioni alla sostenibilità ambientale.
Trattate oggi in Italia su uno specifico segmento dei mercati MOT ed Extra MOT attivo dal marzo 2017, i Green Bond hanno riscosso anche nel nostro Paese l’interesse degli investitori e dimostrato di essere resilienti a momenti di crisi quali l’attuale.
Come riconoscere un Green Bond
Al momento non esiste uno standard globale per certificare come “verde” un’ obbligazione. L’International Capital Market Association (ICMA) ha tuttavia emanato alcune linee guida per gli emittenti, che di fatto identificano le quattro caratteristiche che differenziano i green bond dalle obbligazioni tradizionali:
- identificare con chiarezza la destinazione dei proventi frutto dell’emissione;
- seguire specifici procedimenti nella valutazione e selezione dei progetti;
- garantire la massima trasparenza nel comunicare l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dagli investitori;
- garantire la redazione di report sull’avanzamento dei progetti finanziati.
L’ICMA fornisce anche indicazioni sulle tematiche ambientali finanziabili; la lista tuttavia è puramente esemplificativa e non esaustiva. Di fatto si tratta di una autoregolamentazione. In caso di mancato rispetto dei principi negli anni successivi l’emissione non sono previste sanzioni, se non quelle reputazionali date dal mercato stesso.
In aggiunta a questi principi, Borsa Italiana richiede che le “obbligazioni verdi” siano certificate da un soggetto terzo indipendente, che attesti l’ammissibilità del progetto sottostante e periodicamente (almeno ogni anno) fornisca informativa sullo stato di avanzamento dello stesso.
Non solo Green: Social Bond e Sustainability Bond
In tema di finanza etica, esistono anche altre categorie di obbligazioni che garantiscono agli investitori una adeguata remunerazione e allo stesso tempo permettono di supportare iniziative volte a soddisfare interessi di carattere generale: i Social Bond e i Sustainability Bond.
I Social Bond sono prestiti obbligazionari finalizzati a sostenere iniziative di elevato interesse sociale e che creino valore per la comunità, come ad esempio progetti volti alla riduzione della povertà o allo sviluppo di settori quali istruzione, sanità, agricoltura e infrastrutture. Anch’essi sono soggetti a linee guida ICMA analoghe a quelle dei Green Bond, e sono negoziati in Italia in uno specifico segmento dei mercati MOT ed Extra MOT.
I Sustainability Bond sono obbligazioni volte a finanziare o rifinanziare una combinazione di Progetti Green e di Progetti Sociali (Green and Social Projects). Sono dunque allineati alle quattro componenti fondamentali che caratterizzano sia i Green che i Social Bond, offrono agli investitori l’opportunità di concorrere al finanziamento di progetti sostenibili nei paesi beneficiari. Questi progetti sono finalizzati alla riduzione della povertà e allo sviluppo di diversi settori quali, ad esempio, istruzione, sanità, agricoltura e infrastrutture.
Il mercato
Il mercato dei Green Bond è in continua espansione grazie ad una crescente domanda da parte degli investitori, all'evoluzione della regolamentazione e al crescere del numero di emittenti. Le prime “obbligazioni verdi” sono state emesse da istituzioni finanziarie sovranazionali, come appunto la Banca Europea degli Investimenti o la Banca Mondiale, o da grandi imprese di paesi emergenti per poi divenire fonte di finanziamento per imprese pubbliche e private.
Nel 2019 il mercato dei Green Bond è cresciuto di circa EUR 180Mld (+50% rispetto al 2018), superando quota EUR 500Mld. Lo scenario è oggi dominato dalle obbligazioni societarie, ed è anche aumentata la diversificazione settoriale, con ad esempio l’ingresso sul mercato delle assicurazioni. I titoli governativi rappresentano solo il 9% del totale: tra i paesi più attivi troviamo Francia (leader in europa e terza a livello mondiale), Paesi Bassi e Irlanda; all’ottavo posto l’Italia.
La crescita pare destinata a continuare, grazie anche alla resilienza mostrata da questi strumenti alla crisi in corso. Secondo stime Moody’s di aprile, le emissioni “etiche” nel 2020 dovrebbero toccare $ 325Mld, di cui 225 “Green”. E anche la stessa Commissione europea ha sottolineato le potenzialità dello strumento, nel presentare a fine 2019 un pacchetto di misure per la sostenibilità e l’ambiente. Sul fronte degli investimenti, per centrare gli obiettivi al 2030 della COP21 di Parigi si stima che serviranno EUR 260Mld in più all’anno a partire dal 2021, per i quali sarà necessaria una forte mobilitazione pubblico-privata in cui meccanismi di finanziamento e di investimento tramite Green Bond giocheranno un ruolo essenziale.
Investire in Green Bond conviene?
In base a una recente analisi di NN Investment Partners, le performance dei Green Bond, ed in particolare dei Corporate Green Bond, sono state superiori rispetto a quelle delle obbligazioni tradizionali. Dal raffronto fra l’indice Bloomberg Barclays MSCI Euro Green Bond e un indice di obbligazioni societarie e sovrane tradizionali denominate in euro (Bloomberg Barclays MSCI Euro Aggregate Index), emerge infatti che nel 2019 i Green Bond hanno generato rendimenti del 7,4% rispetto al 6,0% delle obbligazioni ordinarie.
Rendimenti più elevati e maggiore resilienza alla crisi sono legati da un lato alla natura stessa degli emittenti: tipicamente, realtà solide, con una buona governance e con piani di crescita di medio-lungo periodo, e dunque adatte a gestire una crisi al di là del loro essere “verdi”. Dall’altro lato entrano in gioco gli investitori: parliamo in linea di massima di investitori istituzionali con un orizzonte di lungo periodo (i cosiddetti “hold-to-maturity” investors) che difficilmente aggiustano le proprie strategie alle turbolenze di mercato.
Investire in Green Bond dunque conviene, non solo in base a considerazioni etiche, ma anche per diversificare il proprio portafoglio.