In uno scenario economico peculiare, con livello di tasso di interesse che resta alto e la fine delle garanzie pubbliche come le abbiamo conosciute negli ultimi anni, le imprese italiane si trovano di fronte a sfide sempre più complesse in questo 2024, richiedendo soluzioni innovative per prosperare in un mercato in continua evoluzione. Un elemento cruciale che emerge come leva strategica è la finanza complementare.
Si definisce “complementare” poiché non sostituisce totalmente il tradizionale canale bancario, bensì, appunto, ne rappresenta un complemento. Rivolgersi alla finanza complementare significa diversificare le fonti di capitale, integrando strumenti finanziari non convenzionali, come il crowdfunding, le obbligazioni verdi, i minibond. Questo approccio non solo fornisce flessibilità finanziaria, ma può anche ridurre la dipendenza da una singola istituzione, mitigando così i rischi associati.
Differenze tra finanza “tradizionale” e complementare
La finanza “tradizionale” bancaria, sebbene abbia da sempre svolto un ruolo fondamentale nel sostenere l'attività economica, presenta anche alcuni limiti e sfide. La principale è probabilmente legata al limitato accesso al credito per PMI e startup: le piccole e medie imprese e le startup, infatti, possono trovare difficile ottenere finanziamenti dai canali bancari tradizionali, anche semplicemente per il limitato numero di istituti a cui è possibile rivolgersi, oltre che per le peculiarità delle aziende di dimensioni contenute.
A questo si unisce, spesso, una maggiore rigidità delle procedure, con un rallentamento delle tempistiche di erogazione dei crediti - più snelle nella finanza alternativa e complementare - nonché un’offerta meno ampia e innovativa di strumenti finanziari disponibili.
Comprendere questi limiti è essenziale per gli operatori del settore, al fine di sviluppare nuovi approcci finanziari che possano fornire alternative più flessibili e adattabili alle mutevoli esigenze delle imprese moderne.
La finanza complementare, infatti, si caratterizza per:
- la sua natura più diversificata e innovativa a livello di fonti di finanziamento, che offre alle imprese alternative più flessibili e sostenibili rispetto alla finanza tradizionale bancaria;
- per processi decisionali più rapidi e maggiore elasticità nella gestione del rischio;
- per il coinvolgimento di una platea di investitori più ampia e variegata.
Grazie ad Azimut Direct le imprese possono accedere al canale della finanza complementare, presentandosi a nuovi e diversi investitori che hanno finanziato i loro progetti di sviluppo con strumenti sia tradizionali che innovativi. Basti pensare che dal 1° luglio 2021, data di nascita dell’azienda, abbiamo servito 168 imprese, per un totale di 218 operazioni positivamente concluse e oltre 1 Miliardo di euro di volumi transati.