Nel corso del primo trimestre 2022 il mercato dei minibond ha superato un importante traguardo: sono oltre 1.000 strumenti emessi dal 2014 (anno di "nascita" dei minibond) ad oggi. Nello specifico, al 31.03.2022 si registrano 1.090 minibond per 742 emittenti unici e un controvalore di oltre EUR 7,1Mld.
Nei primi tre mesi del 2022 si contano, secondo le informazioni disponibili al momento, 42 nuove emissioni per un ammontare complessivo pari a EUR 262,7M. Di queste, ben 41 sono state effettuate in private placement e l’unico titolo di nuova emissione quotato sul segmento ExtraMOT Pro3 è quello di Europa Factor. Segnaliamo che altri due titoli – emessi da Boman e Società Dolce Cooperativa Sociale – sono stati quotati sull’ExtraMOT Pro3 dopo essere stati collocati privatamente nel corso del 2021.
Il numero di emissioni risulta inferiore ai dati registrati negli ultimi due trimestri del 2021 (73 nel Q3 e 81 nel Q4), ma è in linea con il trend che vede una riduzione delle emissioni nel primo trimestre di ogni anno. Questo primo trimestre del 2022 ha infatti registrato valori comparabili al 2021: nel Q1 dello scorso anno furono emessi 44 minibond per un controvalore complessivo di EUR 230,3M.
L’identikit delle nuove emissioni
I valori medi delle nuove emissioni sono i seguenti:
- Taglio EUR 6,3M;
- Cedola annua 4,20%;
- Scadenza 9,8 anni.
Il dato che più salta all’occhio è quello relativo alla scadenza, molto alta rispetto ai 6 anni di media calcolata su tutte le emissioni dal 2018 ad oggi. Questo dato è da attribuire in gran parte al basket bond denominato “Viveracqua Hydrobond 2022”, che conta 12 emissioni a beneficio di sei gestori della rete idrica del Veneto e i cui proventi saranno utilizzati per interventi di miglioramento delle reti fognarie e degli impianti di depurazione. Questo basket bond prevede infatti un’emissione per totali EUR 148,5M, di cui EUR 74,25M con scadenza nel 2038 e EUR 74,25M con scadenza nel 2046.
Per quanto riguarda invece il fatturato degli emittenti, sia il valore medio complessivo – EUR 61,3M – che il valore calcolato escludendo gli outlier (ovvero non considerando i dati inferiori al 5° e superiori al 95° percentile) – EUR 38,5M – risultano in crescita rispetto ai valori registrati nel 2021 – rispettivamente EUR 44,3M e EUR 30,7M. Questa situazione è dovuta ad alcune emissioni da parte di aziende con dimensioni largamente superiori alle emittenti tipo di minibond. È bene sottolineare però che il fatturato mediano complessivo è pari a EUR 23,8M, segnale che anche aziende di piccole dimensioni hanno fatto ricorso allo strumento durante questo primo trimestre del 2022.
I dati di mercato al 31.03.2022
Dal 2018 ad oggi i minibond emessi in totale sono stati 766, di cui 148 quotati sul segmento ExtraMOT Pro3 di Borsa Italiana e 618 collocati privatamente, per un controvalore totale superiore a EUR 4,4Mld. Le caratteristiche medie rimangono sostanzialmente stabili a quanto già presentato nei precedenti numeri del Barometro: taglio di EUR 5,8M, cedola pari al 4,13% e maturity pari a 6 anni.
Per quanto riguarda la localizzazione geografica delle emissioni, il 67,5% delle emissioni si concentra in cinque regioni: Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Campania per un controvalore di circa EUR 3Mld.
Il punto di vista Azimut Direct
I dati di questo primo trimestre confermano che lo strumento Minibond può essere di fondamentale importanza per il finanziamento di PMI in fase di sviluppo e crescita. La finanza alternativa risulta essere sempre più una modalità con cui le PMI possono reperire capitali senza passare dai canali bancari tradizionali che, spesso, non riescono a fornire servizi pensati appositamente per imprese di dimensioni minori.
Il focus sull’economia reale e sul finanziamento delle PMI è uno dei punti focali della strategia di Azimut, aspetto su cui il Gruppo è già all’avanguardia da diversi anni e che si è rafforzato con il progetto “neo-financing” e con il lancio di Azimut Direct, la fintech specializzata in strutturazione e collocamento presso investitori istituzionali di strumenti di finanza alternativa, tra cui i minibond. L’impegno di Azimut sull’economia reale è testimoniato dai risultati finanziari del 2021, che indicano EUR 4,6Mld di masse gestite nei private markets, ovvero l’8,4% sul totale masse (valore due volte quello registrato a fine 2020), e una previsione di arrivare al 15% entro il 2024.