L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del COVID-19, meglio noto come coronavirus, sta rallentando sensibilmente l’economia nazionale e globale. Alcuni settori sono già in forte difficoltà e si potrebbe arrivare ad una ridefinizione di alcune supply chain. I mercati sono in allarme a causa della forte incertezza e la diffusione del virus ha reso più complicata la gestione d’impresa, con rallentamenti nella produzione, chiusure temporanee forzate, calo dei margini.
In un momento di paralisi come questo, bisogna proteggere occupazione e capacità produttiva e favorire l’afflusso di liquidità al sistema. In particolare, è fondamentale assicurare continuità nei finanziamenti alle piccole e medie imprese, che, altrimenti, rischiano di chiudere ed è fondamentale agire subito. Il tempo è un lusso che purtroppo, oggi, non possiamo permetterci.
I provvedimenti presi dal Governo per rispondere a questa emergenza: il decreto CuraItalia
Il 17 marzo 2020 è stato approvato il Decreto Legge n. 18/2020 c.d. CuraItalia intitolato “Misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”. Il Decreto prevede una serie di aiuti immediati per famiglie, lavoratori e imprese che sono alle prese con la crisi economica legata alla diffusione del virus, nonché ovviamente un pacchetto di interventi per sistema sanitario, protezione civile e soggetto pubblici impegnati a combattere l’emergenza.
Il decreto, che potrebbe essere convertito in legge entro maggio, contiene misure per EUR 25 Mld che si calcola attiveranno flussi finanziari per EUR 350 Mld. Al momento è stato dunque utilizzato tutto il margine di indebitamente autorizzato in Parlamento, ma non si escludono per aprile ulteriori richieste di scostamento sul deficit per finanziare ulteriori interventi.
CuraItalia: le principali misure per le imprese
A livello di sistema, le disposizioni a favore delle imprese vedono Cassa depositi e prestiti (Cdp) incaricata di sostenere la liquidità delle imprese più grandi, mentre per gli aiuti alle piccole e medie imprese (PMI) entra in gioco il potenziamento del Fondo centrale di garanzia.
Possiamo distinguere tre principali linee di azione:
- Potenziamento del Fondo centrale di garanzia PMI e semplificazione delle procedure di accesso.
- Introduzione di una moratoria straordinaria sui finanziamenti, che in pratica si traduce in revoche e proroghe per mutui e prestiti.
- Concessione di una garanzia di Stato attraverso Cdp alle imprese (non solo PMI) dei settori colpiti dalla crisi.
Fondo centrale di garanzia per le PMI
Questa prima linea di azione ha l’obiettivo di fornire liquidità alle PMI. Con provvedimenti immediatamente operativi, il decreto “CuraItalia” amplia di EUR 1,5 Mld la dotazione del Fondo di garanzia e prevede la semplificazione delle modalità di intervento. Come sottolinea lo stesso Ministro dello sviluppo economico Patuelli, “le PMI possono avere immediato accesso al credito grazie a una serie di agevolazioni volte a fronteggiare questa straordinaria emergenza".
In particolare, secondo l’art. 49 del decreto CuraItalia, fino al 17 dicembre 2020:
- La garanzia diventa gratuita.
- L’importo massimo garantito per singola impresa viene alzato a EUR 5M (da EUR 2,5M). Nel caso del microcredito, l’importo massimo per operazione passa da EUR 25k a EUR 40k.
- Fino a un importo massimo di EUR 1,5M per impresa, la percentuale massima di copertura è dell’80% per la garanzia diretta, e del 90% con la controgaranzia dei Confidi. Oltre la soglia di EUR 1,5M fino al tetto di EUR 5M la percentuale di copertura viene stabilita in base al modello di rating che attualmente regola il funzionamento del Fondo.
- Vengono introdotti criteri di valutazione per l’accesso alla garanzia più favorevoli, che non tengano conto degli effetti della crisi economica sopravvenuta: l’accesso al fondo è definito in base agli ultimi due bilanci approvati, e non in funzione delle informazioni andamentali di Centrale rischi.
- Possono accedere al Fondo le operazioni di rinegoziazione dei finanziamenti esistenti, a patto che il nuovo finanziamento preveda l'erogazione di un credito aggiuntivo all’impresa pari almeno al 10% del debito residuo.
- Possono accedere al fondo anche i finanziamenti concessi a persone fisiche che esercitano l’attività di impresa, arti o professioni la cui attività è stata danneggiata dall’emergenza COVID-19. Tali finanziamenti devono avere durata inferiore a 18 mesi e ammontare massimo di EUR 3k, senza alcuna valutazione del soggetto beneficiario.
Moratoria
Questa seconda linea di azione ha l’obiettivo di concedere “respiro finanziario” a PMI e microimprese, tramite revoche e proroghe su prestiti e mutui, per un volume totale di finanziamenti stimato in circa EUR 220Mld.
In particolare, fino al 30 settembre 2020:
- Nessuna revoca per le linee di credito in conto corrente e i prestiti concessi a fronte di anticipazioni su titoli.
- Proroga dei prestiti non rateali con scadenza anteriore al 30 settembre 2020.
- Sospensione del pagamento delle rate di mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale, anche per quanto riguarda le imprese che beneficiano delle agevolazioni previste dalla Nuova Sabatini per l'acquisto dei beni strumentali.
Grazie inoltre all’istituzione di una apposita sezione speciale istituita presso il Fondo centrale di garanzia, per i finanziamenti già coperti e oggetto di moratoria è prevista l’estensione automatica della garanzia anche in presenza di esposizioni debitorie non-performing e di finanziamenti che presentino rate scadute da più di 90 giorni
Cassa Depositi e Prestiti
Per le imprese che non rientrano nel raggio d’azione del Fondo di garanzia PMI l’iniezione di liquidità avverrà attraverso l’intervento di Cassa Depositi e Prestiti, tramite apposite garanzie sui prestiti. Nel concreto, le esposizioni assunte da Cdp in favore di banche e altri intermediari su finanziamenti legati all’emergenza coronavirus potranno essere controgarantite dallo Stato, fino ad un massimo dell’80% dell’esposizione assunta.
Le altre misure importanti da conoscere
In aggiunta alle tre macro-linee di azione esposte, esistono una serie di altre misure per le imprese legate all’emergenza coronavirus, contenute nel decreto e non.
Di rilievo innanzitutto i sussidi immediati per i settori più colpiti quali turismo, spettacolo e cultura (tramite voucher), e l’istituzione di fondi specifici per turismo e sostegno del made in Italy (dotazione di EUR 150M), spettacolo, cinema e audiovisivo (dotazione di EUR 130M, agricoltura e pesca (EUR 100M) e settore aereo (EUR 600M).
Sempre nel decreto CuraItalia sono contenute norme sulla cassa integrazione in deroga. In particolare, il governo ha messo a disposizione EUR 3 Mld (che verranno ripartiti tra regioni e province autonome a beneficio di tutti i settori del privato privi della CIG ordinaria, compresi agricoltura, pesca e terzo settore. La copertura, sospensione o riduzione dell’attività lavorativa è fino a 9 settimane, e vale per i dipendenti già in essere al 23 febbraio. La tutela è estesa anche al personale dei datori di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti, tranne quelli del lavoro domestico.
Il decreto prevede inoltre un credito d'imposta per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro con stanziamento massimo pari a EUR 50M sul 2020. Il bonus è rivolto a tutti i soggetti esercenti attività d’impresa, comprese le arti e le professioni, ed è pari al 50% delle spese sostenute e documentate, fino a un massimo di EUR 20k.
Uscendo dagli ambiti del CuraItalia, Invitalia mette a disposizione EUR 50 M per le imprese che vogliono ampliare o riconvertire la propria attività per produrre ventilatori, mascherine, occhiali, camici e tute di sicurezza. A partire dal 26 marzo, possono presentare domanda le imprese di qualsiasi dimensione, costituite in forma societaria e localizzate sull’intero territorio nazionale, per la realizzazione di un piano di investimenti di valore compreso tra EUR 200k e EUR 2M, agevolato fino al 75% con un prestito a tasso zero.
E quindi, ora che succede?
Le misure di sostegno alle imprese e dal Governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus sono numerose, e altre se ne attendono nel decreto di aprile. La crisi che si profila è mondiale e bisogna già pensare al domani. Se da un lato grandi aziende e multinazionali possono contare su un consistente stock di ricchezza, le PMI, cuore dell’economia italiana, faranno più fatica a riprendersi, e avranno bisogno di una notevole iniezione di liquidità. Forti dell’esperienza del 2008, bisogna agire prontamente e reperire capitali prima di un possibile nuovo credit crunch bancario. La finanza alternativa è fondamentale in questo momento e noi di Azimut Direct siamo pronti a supportare le imprese ora e nei prossimi mesi.