Massimo Bianchi, a conclusione del convegno “I minibond alla prova della crisi”, organizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano, ha sottolineato l’emergere di un fenomeno sempre più visibile anche nel nostro Paese: la richiesta del mercato di esposizioni diversificate sull’economia reale. I fondi che investono in private debt si stanno progressivamente orientando verso la costruzione di portafogli con esposizioni medio-piccole combinate con logiche settoriali, magari predefinite insieme.
Se da una parte le banche cercano di proteggere i loro bilanci usando le garanzie statali sul lending, gli asset manager preferiscono oggi evitare logiche di concentrazione su rischi idiosincratici per entrare in strutture multi-emittente quali i Basket Bond di Filiera, i Basket Bond di Settore o i Basket Bond di Scopo, che iniziano a essere un fenomeno visibile.
Il raddoppio della garanzia statale rilasciata dal Mediocredito Centrale, messo in campo per fronteggiare la crisi di liquidità, è un’opportunità da cogliere in questi mesi. Ma è un’opportunità in esclusiva per le banche, con un evidente rischio di miss-pricing dei rischi sottostanti e di rapido esaurimento degli spazi di finanziamento. Dal prossimo anno, la rarefazione dei plafond messi a disposizione dal Decreto Liquidità porterà gli altri operatori attivi sul mercato del credito a complementare maggiormente il sistema bancario nel fornire finanza aggiuntiva al mondo delle PMI, riportando il pricing a metriche più sane ed equilibrate.
La buona prassi per i tesorieri delle nostre PMI “post Covid-19” richiederà la gestione complementare di più fonti di finanziamento, includendo i prestiti obbligazionari, standardizzati nelle clausole ma personalizzati nelle condizioni economiche sulle esigenze dei committenti, per poter sfruttare ogni richiesta proveniente dall’industria dei fondi. Nel mix ottimale, anche operazioni di rafforzamento patrimoniale delle aziende stesse, per poter ri-bilanciare il proprio merito creditizio.