Finanza alternativa: chi sono e cosa fanno gli investitori istituzionali

Il mercato dei capitali è un punto di riferimento per tutte quelle imprese che desiderano confrontarsi in scenari competitivi sempre più complessi e reperire le risorse per finanziare gli investimenti necessari.

Sul mercato dei capitali operano i cd. investitori istituzionali: banche, ma anche assicurazioni, fondi pensione e fondi di investimento. Si tratta di investitori che possiamo definire “pazienti” poichè trattano finanziamenti a medio/lungo termine, e per questo particolarmente indicati a sostenere i percorsi di crescita delle PMI italiane.

Rispetto allo storico rapporto 1:1 con la propria banca di riferimento, il mondo della finanza alternativa permette alle PMI un accesso multilaterale a più investitori. Ne consegue una maggiore possibilità di scelta, e la possibilità di diversificazione delle fonti di finanziamento.

Cosa serve a una PMI per accedere al mercato dei capitali e presentarsi al meglio a questi investitori?

Per accedere al mercato dei capitali serve innanzitutto una visione strategica: l'imprenditore deve avere ben presente la direzione in cui vuole andare, e cosa serve durante il tragitto. In secondo luogo, tale visione deve essere ben documentata da un piano industriale, poichè la valutazione degli investitori si concentra soprattutto sul futuro, su quelli he sono i piani di sviluppo dell’impresa, non solo sulla sua storia.

Quali documenti chiedono gli investitori?

Prendiamo ad esempio un minibond: bisogna considerare che gli investitori che sottoscrivono un minibond stanno dando all’imprese non solo risorse finanziarie, ma anche fiducia, perché la accompagneranno durante l’intera vita dello strumento. Occorre dunque una documentazione “qualificata”, che include i bilanci, l’ultimo dei quali deve essere certificato, l’estratto della centrale rischi, il rating (non sempre obbligatorio) e soprattutto il business plan. La maggior parte degli investitori istituzionali predilige inoltre un uso dei proventi destinato alla crescita, come ad esempio l’acquisto di nuovi macchinari, programmi di espansione commerciale all’estero o ampliamento della gamma produttiva.

Importanti sono anche i covenant, ovvero vincoli specifici che l’impresa si impegna a rispettare a tutela degli investitori. Possono essere finanziari, ad es. non superare un determinato ratio PFN/Ebitda, oppure non finanziari, ad esempio il divieto di distribuzione dividendi.

Dopo l’investimento

Il rapporto tra PMI e investitori non si esaurisce nel momento della sottoscrizione: gli investitori devono infatti essere informati su ogni evento che riguarda l’impresa durante la vita del minibond, inclusa la comunicazione di rispetto dei convenant. Questi aspetti sono fondamentali: tanto più la comunicazione da parte dell’impresa sarà trasparente, tanto più si potrà creare alchimia con gli investitori, gettando le premesse per successive operazioni.

Per saperne di più

Tutto questo lo abbiamo raccontato e descritto nel webinar “Come presentarsi agli investitori”, realizzato nell’ambito dell’iniziativa #OttobreEdufin2020.