Prestiti bancari alle imprese: flash al 31.05.2019

Da diversi anni la crescita del debito bancario è limitata alle imprese finanziariamente più solide e a quelle di maggiore dimensione.

Complessivamente, a maggio 2019 lo stock di prestiti alle imprese registra un -9% rispetto allo stesso mese del 2018, passando da EUR 732,3 Mld a EUR 666,6 Mld. Fermo restando un effetto base legato all’elevato flusso registrato nei primi mesi del 2018, i dati Banca d’Italia sull’offerta parlano di EUR 33,0 Mld in meno sul breve termine (finanziamenti fino a 1 anno), 6,3 sul medio (fino a 5 anni) e altri 27,4 sul lungo periodo.

 

andamento prestiti bancari

 

Stessa fotografia sul lato della domanda: l’ultima indagine Banca d’Italia evidenzia come nel primo trimestre 2019 l’espansione della richiesta di credito bancario da parte delle imprese abbia registrato un arresto: al contributo espansivo legato al basso livello dei tassi di interesse si è contrapposto un inasprimento dei termini e delle condizioni sui prestiti legato a maggiori oneri di provvista.

Il risultato? Un maggior ricorso alle fonti di finanziamento alternative.

In un contesto di maggiore selettività del credito, con banche sempre più orientate verso la componente di breve termine, diversificare le fonti di finanziamento è infatti l’opzione migliore per una PMI per poter crescere nel tempo. Due in particolare le strade percorribili: da un lato, quella del rafforzamento patrimoniale, tramite risorse pubbliche (quotazione in Borsa sul mercato AIM) o private (fondi di private equity); dall’altro, quella del debito obbligazionario, quotato o collocato in forma privata. In entrambi i casi si tratta di soluzioni di mercato che portano a un miglioramento, se non addirittura a un vero e proprio salto culturale su aspetti fondamentali della gestione di impresa, di estrema importanza dal punto di vista degli investitori.

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Fonte: elaborazioni Azimut Direct su dati Banca d'Italia.