La consulenza finanziaria indipendente in Italia ha grandi potenzialità, ed Epic può essere un valido supporto. Epic sarà tra gli sponsor del FeeOnly Summit 2019 che si terrà a Verona a fine ottobre. Questa l'intervista rilasciata da Massimo Bianchi a Consultique SCF:
Dott. Bianchi, quest’anno sarete tra i protagonisti del FeeOnly Summit, l’evento che coinvolge tutta la community dei consulenti Indipendenti e delle SCF. Quali aspettative avete dalla vostra partecipazione all’evento di Verona?
Epic ha già partecipato come sponsor in precedenza, facendo tesoro di numerosi contatti tra i consulenti, raccogliendo spunti interessanti dalla loro esperienza diretta con i clienti. L’attività di Epic è rivolta da un lato alle medie imprese e dall’altro ad investitori qualificati, con caratteristiche di patrimonio, conoscenza ed esperienza tali da poter essere considerati professionali. I consulenti indipendenti sono una risorsa preziosa e un canale privilegiato per arrivare a presentare le opportunità di Epic a questa classe di investitori. Allo stesso tempo, Epic aiuta il consulente ampliando le possibilità di investimento con una diversa asset class: l’economia reale. Per un consulente è importante conoscere e presentare ai propri clienti un’ampia gamma, sempre aggiornata, di strumenti finanziari che favoriscano la diversificazione e la personalizzazione degli investimenti: Epic può essere un valido supporto per i consulenti, senza mai sostituirsi ad essi. Ricordiamo infatti che Epic non svolge attività di consulenza, né apre conti correnti o dossier titoli.
Siete focalizzati sulle imprese. Ci può dire qualcosa di più sulla vostra operatività?
La mission di Epic è da sempre quella di dare sostegno all’economia reale attraverso il risparmio nazionale. Forniamo un canale complementare al credito bancario, aiutiamo le PMI ad accedere al mercato dei capitali come fanno le grandi multinazionali: emettendo obbligazioni (i cd. minibond), cercando nuovi soci (private equity di minoranza), o portandole in quotazione sull’AIM di Borsa Italiana, mercato dedicato proprio alle PMI del Paese. Possiamo contare su una rete di investitori molto vasta, sia in Italia che in Europa, che va dalle assicurazioni ai fondi, alle reti di private banking, ai family office, ognuno con le proprie preferenze in termini di settore, rendimento, struttura dell’operazione. Per presentare nella sua completezza le opportunità attive agli investitori utilizziamo una piattaforma fintech, dove le imprese caricano la documentazione necessaria a illustrare il progetto da finanziare (crescita organica, acquisizioni..) sotto la regia dei nostri team di strutturazione e analisi creditizia. Gli investitori quindi possono analizzare le caratteristiche delle aziende e degli strumenti, confrontare le diverse opportunità e sceglierle, dialogando direttamente sia con l’impresa che con altri investitori interessati allo stesso strumento, in un’area riservata della piattaforma, dando vita al concetto di Epic Community. Da poco abbiamo aperto anche un canale per imprese che cercano finanziamenti di importo ridotto (EUR 1-5M), grazie a importanti partnership con istituti bancari, assicurativi e asset manager specializzati.
Come vede il mercato della consulenza finanziaria nel nostro Paese, anche alla luce delle recenti modifiche normative che hanno portato alla creazione del nuovo Albo?
Ritengo che ci sia un grande potenziale per la consulenza finanziaria indipendente in Italia, ancora indietro da questo punto di vista rispetto ad esempio all’Inghilterra. I risparmiatori non hanno tempo da dedicare alle proprie finanze e spesso, spinti dalle reti bancarie, acquistano sempre gli stessi strumenti: fondi, titoli di Stato, obbligazioni o azioni blue chip, non cogliendo opportunità di rendimenti interessanti diversificando il rischio di portafoglio. Non credo che il costo del servizio di consulenza sia un freno allo sviluppo della consulenza fee-only, considerando che anche i canali più tradizionali prevedono costi espliciti e impliciti, resi ora trasparenti dalla Mifid 2.
La creazione dell’Albo è un importante riconoscimento alla categoria dei consulenti fee-only, che sono ora più visibili a tutti i risparmiatori. Proprio il ritardo nella creazione dell’Albo e la bassa educazione finanziaria dei risparmiatori hanno impedito un normale sviluppo della consulenza indipendente finora: ritengo che tale gap verrà colmato in breve tempo portando alla ribalta il ruolo e l’efficacia del lavoro del consulente indipendente anche nel nostro Paese.