Cosa si intende per merito creditizio?
Ogni persona o entità che si affaccia sul mercato finanziario per investire in terze parti ha una propria visione del rischio e del punto fino al quale è disposto a sostenere questo rischio. Il merito creditizio è di fatto il tentativo di misurare, usando criteri omogenei, l’appetibilità di ogni singola azienda nei confronti dei finanziatori presenti sul mercato dei capitali.
Una delle tipologie più diffuse di merito di credito è rappresentato dal credit rating emesso dalle agenzie di rating, le quali utilizzano in larga parte una scala alfabetica che va da AAA (migliore) a C (peggiore).
Dal punto di vista del credit rating, possiamo dividere il mercato finanziario in tre grandi livelli:
- Investment grade: convenzionalmente comprende i rating superiori a BBB, in genere ottenuti da aziende grandi.
- Sub-investment grade: questo livello comprende tutto ciò che non è investment grade.
- High-yield: anche chiamati “junk bond”, sono inclusi nelle classi di rating minori e caratterizzati da alto rischio.
La divisione tra sub-investment grade e high-yield è molto meno marcata e dipende unicamente dalle preferenze dei singoli investitori.
Il costo dell’investimento è proporzionale rispetto al rischio. Un investimento high-yield ha un costo più alto di un sub-investment grade ed un sub-investment grade ha un costo più elevato rispetto ad un investment grade.
Come viene calcolato il merito creditizio?
Il merito creditizio si misura attraverso una duplice analisi:
- Attraverso la misurazione dei valori finanziari storici e prospettici di un’azienda. Il rating fondamentalmente combina i dati storici con alcune serie statistiche prospettiche per dare un’indicazione di probabilità del fallimento di un'iniziativa. Più alto è il rating, minore sarà la probabilità di default e viceversa.
Questo primo aspetto si concretizza sostanzialmente in un’analisi “classica” dei dati finanziari. - Nel corso dell’ultimo decennio si è diffusa una seconda forma di analisi integrata, che mira ad includere fattori “soft”, slegati da una mera analisi finanziaria statistica. Tra queste tipologie di analisi, sempre più importanza è assunta dalle analisi ESG, che vanno a misurare la performance di un’azienda sotto i punti di vista ambientale, sociale e di governance.
L’analisi ESG:
L’acronimo ESG viene utilizzato in ambito economico per indicare tutte quelle attività legate all’investimento responsabile che, oltre a perseguire gli obiettivi tipici della gestione finanziaria, tengono in considerazione gli aspetti di natura ambientale, sociale e di governance (in inglese, Environmental, Social & Governance – ESG).
Il fattore Environmental, forse quello verso il quale è rivolta più attenzione, esprime un giudizio in merito alla politica aziendale in ambiti quali l’efficientamento energetico, la riduzione delle emissioni e il riciclo e il riuso delle materie di scarto.
Il fattore Social valuta la politica aziendale sotto nell’ottica di miglioramento della “DI” (acronimo per diversity and inclusion) del posto di lavoro. Un buon score Social si ottiene con l’eliminazione di discriminazioni, il rispetto dei diritti umani e una sensibile attenzione ai temi sociali in tutta la supply chain aziendale.
Il terzo fattore è la Governance, che valuta la capacità di un’azienda di dotarsi di una struttura organizzativa competente, attenta ad aspetti etici e dotata di strumenti di misurazione del rischio tali da garantire continuità aziendale nel pieno rispetto di tematiche Environmental e Social.
Il punto di vista Azimut Direct
Il merito creditizio è sì uno strumento potente per misurare l’appetibilità di una azienda nei confronti dei finanziatori, ma non deve essere l’unico fattore discriminante nelle scelte di investimento. A causa di fattori quali il consolidamento bancario e la regolamentazione più stringente con Basilea III, gli operatori tradizionali hanno di fatto ridotto l’ammontare di capitali convogliati verso quelle imprese di dimensioni minori, che spesso presentano rating di classi inferiori.

Fonte: estrazione imprese AIDA-BvD al 18.11.2022. Fatturato EUR 20-250M. Sono state escluse dalla ricerca le società attive nel settore finanziario, attività immobiliari, attività legali e contabilità, amministrazione pubblica e difesa, attività riguardanti le lotterie e scommesse. Sono state escluse le imprese con flag negatività AIDA-BvD.
Azimut direct si pone come obiettivo quello di colmare la distanza tra le PMI italiane e il mercato dei capitali, andando a coprire quello spazio di mercato lasciato libero dagli operatori tradizionali. Come mostrato dal grafico sopra, Azimut Direct offre dei servizi proprio a quelle imprese, di rating compreso tra B e BBB, che sono sottoservite dal sistema bancario. Queste imprese saranno sì di dimensioni minori e con rating inferiori, ma costituiscono la spina dorsale dell’intero sistema economico italiano: un investimento in queste realtà contribuisce concretamente allo sviluppo economico dell’intero Paese e alla creazione di nuovi posti di lavoro.