Investire in economia reale: in arrivo gli ELTIF

Malgrado le intenzioni fossero buone, il mercato ha reagito alle nuove norme sui PIR con immobilismo: il numero di fondi in essere rimane fermo a 72, e la raccolta netta al primo trimestre 2019 è andata in negativo per EUR 2,2M. I dati Assogestioni di aprile indicano ulteriori EUR 82M in uscita (sempre in termini netti), mentre analisi recenti stimano per il 2019 flussi netti per poco più di EUR 1Mld, altrettanti sul 2020 e altri EUR 700M nel 2021. Considerato che a fine marzo il patrimonio gestito risulta pari a EUR 18,8Mld, questo significa che, nei primi 5 anni di vita, i PIR toccheranno poco più di EUR 20Mld di asset under management. Le stime 2018 parlavano ancora di circa EUR 70Mld.

L'impatto dei PIR sulle PMI

In realtà, più che la frenata della raccolta, preoccupa l’impatto effettivo che i PIR hanno avuto per le PMI italiane. Secondo dati Banca d’Italia riferiti ai fondi PIR di diritto italiano, a fine 2018 l’investimento in azioni e obbligazioni di imprese non finanziarie era pari al 51,8% (2% la quota media calcolata sui fondi non PIR). Tuttavia, solo il 2,1% è andato a beneficio delle PMI.

 

Ripartizione investimenti su PMI fondi PIR 2018

 

Servono fondi chiusi dedicati

Il problema è a monte: i Pir hanno investito poco nelle PMI per la loro natura di fondi aperti, che, da regolamento, non possono detenere più del 10% in attività illiquide. Nuove e più mirate risorse potrebbero arrivare dagli ELTIF (European Long Term Investments Funds), fondi europei chiusi dedicati alle PMI, con un orizzonte temporale di lungo periodo e con un vincolo di investimento di almeno il 70% del patrimonio in azioni e obbligazioni di società non finanziarie europee non quotate, oppure, se quotate, con capitalizzazione inferiore a EUR 500M.

Come per i PIR, per spingere sulla raccolta sono previsti incentivi fiscali per gli investimenti effettuati a partire dal 2020: esenzione dall’imposta sui rendimenti in caso di detenzione superiore a 5 anni (agevolazione prevista anche nel caso di investimenti indiretti, tramite fondi di fondi ELTIF), e dall’imposta di successione. Diversamente dai Pir, l’importo massimo di investimento annuo in quote o azioni di uno o più ELTIF o fondi di ELTIF è pari a EUR 150.000, per EUR 1,5M complessivi. In secondo luogo, si tratta di investimenti illiquidi, finalizzati al finanziamento di progetti con durata tra i 7 e i 10 anni, effettuati attraverso strumenti che non consentono una liquidazione anticipata (gli ELTIF possono, ad esempio, investire in capitale di rischio di aziende non quotate, o anche erogare direttamente credito alle imprese).

ELTIF: lo strumento per gli investitori privati

Queste due caratteristiche rendono gli ELTIF non adatti a tutte le tipologie di investitori. Target per eccellenza sono gli investitori privati professionali, soggetti con patrimonio finanziario superiore a EUR 500.000, che possono sostenere investimenti a rischio medio-alto, strutturalmente illiquidi, a fronte di una remunerazione superiore alla media. Sulla base dei risultati ottenuti da strumenti analoghi in Gran Bretagna, si stima un afflusso di capitali per EUR 7/8Mld nei prossimi 5 anni, e questo tenendo conto delle sole persone fisiche.

 

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