Disegnare il futuro, oggi, per un’impresa non significa soltanto innovarsi dal punto di vista tecnologico, ma anche allinearsi ai nuovi parametri di sostenibilità. Un percorso a due carreggiate, che da un lato mira a una massimizzazione dell’efficienza e dall’altro a una trasformazione più profonda, etica e culturale insieme.
Azimut Direct, società del gruppo Azimut, ne è un concreto esempio: specializzata in soluzioni di finanza alternativa a supporto della crescita delle imprese, è da sempre all’avanguardia in tema di tecnologie e tempistiche estremamente rapide di risposta. A tutto ciò coniuga l’impegno verso gli obiettivi di sostenibilità. A tal riguardo, lo scorso giugno, ha annunciato il primo closing da 126 milioni del fondo di senior private debt, Azimut Diversified Corporate Credit, dedicato al sostegno dei piani di sviluppo di PMI e Small/Mid-Cap italiane sostenibili.
Il fondo punta ad avere almeno il 30% degli investimenti dedicato all'azione per il clima e agli obiettivi di sostenibilità, promuovendo caratteristiche ambientali e/o sociali, con l’obiettivo di investire almeno l'80% del portafoglio in imprese che soddisfano determinati criteri di “responsible investment strategy” e che adottano buone pratiche di governance.
Dei due volti dell’innovazione, pilastri ineludibili per costruire il domani di ogni impresa, secondo Fabio Mungai, Director di Azimut Direct, intervistato da Italia Economy.
L’automazione e alcuni applicativi di Intelligenza Artificiale stanno accelerando l’operatività di Azimut Direct. Quali ambiti in particolare sono interessati da queste innovazioni? E in quali, l’implementazione più strutturale dell’AI potrà portare significativi vantaggi?
“È innanzitutto doveroso fare una premessa: l’intelligenza artificiale è una tecnologia dalle potenzialità enormi, che sicuramente in futuro ci permetterà di potenziare molteplici aspetti della nostra operatività, tuttavia necessita ancora di essere calata completamente nella quotidianità. Ciò premesso, in Azimut Direct sono diversi gli ambiti che sono stati automatizzati. Basti pensare ad esempio alle attività di analisi. In questo contesto, l’automazione ci permette di avere una maggior reattività nei confronti delle richieste dei clienti. Entrando nel dettaglio della nostra operatività, possiamo dire che si compone sostanzialmente su due step. Il primo è sicuramente quello intelligentemente automatizzato: si basa infatti su algoritmi di riclassificazione automatizzata che ci danno la possibilità di restituire un primo riscontro ai potenziali clienti, in tempi estremamente brevi. Il secondo step invece, implica necessariamente l’intervento umano di professionisti preparati e competenti. È la fase in cui si entra più nel merito delle necessità dell'azienda cliente e della capacità dei nostri fondi e dei nostri partner di offrire un riscontro positivo. Qui, l’operatività passa nelle mani di analisti skillati capaci di controllare dati e valutare la fattibilità di un’operazione.
A beneficiare dell’automazione sono inoltre le attività di controllo antifrode. Abbiamo a disposizione diversi tool che affiancano e supportano le indagini che vengono condotte dal nostro personale specializzato. La nostra holding, per la quale il tema reputazionale è molto sentito, è un ulteriore plus: rappresenta sicuramente un buon presidio conoscitivo sulle nostre controparti, in quei casi in cui il cliente è già un cliente del gruppo.
In questo ambito, l’Intelligenza Artificiale potrebbe garantire importanti passi avanti, in particolare nella gestione analitica e sempre più rapida di importanti moli di dati e informazioni. Potrebbe altresì effettuare ricerche molto più intelligenti, più mirate, in modo tale da escludere ad esempio i falsi positivi (ad esempio casi di omonimia) e andare a definire in maniera chiara e lineare l'eventuale presenza di ostacoli, sempre di carattere reputazionale, nel portare avanti una trattativa.
L’automazione entra in gioco anche nella fase di valutazione dei business plan, un punto chiave di ogni operazione. Oggi lo verifichiamo noi con l'ausilio comunque della tecnologia, ma è lecito immaginare che in questo contesto l'intelligenza artificiale potrà avere un grande terreno di gioco. Alcuni strumenti automazzati agevolano infine tutte le pratiche burocratiche.
In conclusione, noi evidentemente non siamo un’azienda di robotica, nel nostro business l’intervento umano altamente professionale resta fondamentale ed è rappresentativo della nostra identità. Puntare troppo e in maniera esclusiva sull’informatizzazione o sull'intelligenza artificiale rischierebbe di portare a una totale depersonalizzazione delle attività, che di sicuro non sarebbe apprezzata dai clienti.
Detto ciò, l’impiego dell’Intelligenza Artificiale, nel futuro più prossimo, potrà senz’altro potenziare la nostra operatività, ma perché si verifichi un profondo cambiamento generale e i benefici dell’AI siano ampiamente apprezzabili, è fondamentale che l’intera filiera di società e istituzioni coinvolte nelle nostre attività si muova nella medesima direzione. Altrimenti l’accelerazione generata in Azimut andrà a scontrarsi con le tempistiche della realtà circostante, fermandosi entro il suo perimetro”.
L’Intelligenza Artificiale è comunque già presente in qualche ambito di Azimut Direct?
“Sì, c’è un ambito in cui utilizziamo strumenti di Intelligenza Artificiale con notevole beneficio: le videocall. Grazie all’impiego di Copilot, in supporto a Teams, siamo in grado, dopo un colloquio approfondito con un potenziale cliente, di avere subito un report di tutta la conversazione, con in evidenza i focus trattati. Possiamo anche estrapolare un tema specifico, senza dover per forza riascoltare l’intera registrazione. Copilot ci restituisce una sorta di memoria storica dell’appuntamento, molto utile in particolare quando un incontro resta, per qualche ragione, in stand bye e viene ripreso dopo alcune settimane. È molto utile altresì per inviare al cliente, subito dopo la videocall, un sommario sintetico delle tematiche affrontate”.
L’innovazione non passa soltanto attraverso l’implementazione di nuove tecnologie, ma anche mediante l’adeguamento ai criteri ESG. Qual è la posizione di Azimut Direct?
“L'impegno ambientale, sociale e di governance è una tematica importante, di grande impatto. È un tipo di innovazione differente rispetto a quella tecnologica: è culturale. A tal riguardo, lo scenario del mercato è piuttosto variegato: ci sono imprese, solitamente quelle più grandi, che hanno già sviluppato una certa sensibilità nei confronti dell’argomento, alcune hanno già un bilancio di sostenibilità. Altre, solitamente piccole o medie, si interrogano ancora su cosa siano i valori ESG e quelle che iniziano ad agire, lo fanno nell’ambito dell’environment. Dall’altro lato vi sono già molti finanziatori che utilizzano questi criteri come barriera d'accesso a eventuali finanziamenti.
Innovazione tecnologica e culturale a tema ESG possono senz’altro coesistere, tuttavia in quella etico-culturale possiamo essere ancora più artefici dei nostri progressi. Un imprenditore che intende innovare la propria azienda secondo i parametri ESG può infatti, intraprendere il proprio cammino liberamente, senza alcun vincolo. Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica invece, come accennavo poco fa, molto dipende da come si muovono tutti gli attori del settore con cui una società si interfaccia: se non procedono nelle stessa direzione, l’evoluzione non può concretizzarsi compiutamente.
Dal canto suo, Azimut Direct crede profondamente nei valori ESG. Ne è una chiara dimostrazione il fondo di senior private debt Azimut Diversified Corporate Credit, creato per sostenere i piani di crescita e sviluppo di PMI e Small/Mid-Cap italiane sostenibili”.