Il cambiamento delle abitudini di investimento: una nuova finanza per le nuove generazioni

Le generazioni di Millennial e Gen-Z, nate tra il 1981 e il 2010, rappresentano il cuore dell'era digitale, e stanno vivendo un'evoluzione tecnologica senza precedenti, che si traduce in sfide economiche e sociali significative. 

Il background e le esperienze dei nuovi investitori – privati e imprese – stanno plasmando nuove abitudini di investimento e, in generale, un’interazione inedita con il mondo della finanza, evidenziando l'importanza della tecnologia e della sostenibilità, oltre a mettere in discussione i modelli di consulenza finanziaria tradizionali, in favore di un approccio più tecnologico e personalizzato. Un approfondimento sul tema anche sul Blog di Azimut Italia, qui

 

Millennial e Gen-Z, le nuove generazioni e l’impatto sulla finanza 

Il mondo è cambiato in maniera notevole rispetto agli anni ‘70-’80, nei quali i cosiddetti Baby Boomer hanno vissuto la propria età adulta, come evidenziato anche dalla ricerca “Millennial e Gen-Z: comportamenti finanziari, sostenibilità e tecnologia”, realizzata dai ricercatori dell’Università di Torino insieme al Comitato per la Programmazione e il Coordinamento delle attività di Educazione Finanziaria del Governo. 

Ma quali sono gli elementi che hanno portato le nuove generazioni a modificare la propria percezione del rischio finanziario e il proprio modo di approcciarsi alle tematiche di risparmio e investimento? Possiamo individuarne almeno 5 tra i principali:  

  1. Impatto delle crisi economiche sulle abitudini di investimento. Millennial e Gen-Z hanno vissuto periodi tumultuosi, dalle crisi finanziarie alla recente pandemia da Covid-19, tutte sfide che hanno influenzato le loro decisioni di consumo e investimento, creando una mentalità orientata al risparmio per affrontare le incertezze future; 

  1. Tecnologia come driver di cambiamento. Essendo cresciute in un mondo fortemente digitale, queste generazioni hanno sviluppato un’estrema familiarità con l'utilizzo delle tecnologie, ormai entrate nel quotidiano e insostituibili. La Gen-Z, ad esempio, è la generazione online per eccellenza: la tecnologia è vista come un mezzo per garantire accessibilità, trasparenza, convenienza e controllo diretto nella gestione finanziaria personale; 

  1. Alfabetizzazione finanziaria in evoluzione. Millennial e Gen-Z sono tra le generazioni più scolarizzate, ma l'educazione finanziaria rimane un elemento critico, soprattutto in Italia. Tuttavia, il 47% dei Millennial possiede conoscenze finanziarie di base. Investire in educazione finanziaria diventa così prioritario, perché si traduce in comportamenti più attenti, come una gestione oculata del denaro e una maggiore propensione al risparmio; 

  1. Fiducia nell’impegno delle imprese per la sostenibilità. La centralità nelle pratiche di investimento ESG è in crescita, con il 95% dei Millennial High Net Worth Investors interessati all'impact investing. Queste generazioni, e soprattutto le donne, mostrano una sensibilità particolare verso gli investimenti che coniugano obiettivi etici con i profitti; 

  1. Nuovi modelli di consulenza finanziaria. L'utilizzo della tecnologia si estende anche al campo finanziario, con oltre il 60% dei Millennial desideroso di fare investimenti attraverso piattaforme online integrate. Tuttavia, il ruolo della consulenza umana rimane essenziale: un esempio di questo sono i cosiddetti robo-advisor: secondo la ricerca sopracitata, gli utenti che hanno già un’opinione circa le proprie azioni finanziarie cercano nei consulenti digitali e AI-based semplicemente una conferma delle proprie idee (il cosiddetto confirmation bias). Nel momento in cui queste non vengono confermate, però, il cliente mostra di fidarsi solo del consiglio di un consulente finanziario in carne ed ossa, capace di spiegare prodotti e punti di vista complessi, in un’ottica personalizzata e personale.  

Il comparto finanziario è chiamato a adattarsi a queste nuove dinamiche per soddisfare le esigenze di investitori sempre più consapevoli e orientati ai valori, oltre che al profitto.  

 

I nuovi manager alla guida delle imprese abbracciano rischio, fintech, sostenibilità e finanza alternativa 

Com'è ovvio che sia, questi cambiamenti delle abitudini di investimento privati si riflettono anche in una prospettiva B2B, dato che il passaggio generazionale è in atto e sono molte le imprese – sia PMI che large corporate – oggi già guidate da Millennial e persino da esponenti della Gen-Z. 

Le imprese guidate dalle nuove generazioni stanno ridefinendo gli investimenti B2B, integrando nuove tecnologie, pratiche sostenibili e modelli di gestione adattabili, per mantenersi competitive in un ambiente in continua evoluzione. 

La loro familiarità con la tecnologia si traduce in un'adozione più ampia di soluzioni digitali e piattaforme fintech, per migliorare l'efficienza aziendale. 

Basti pensare che, già nel 2014, Goldman Sachs affermava quanto la capacità di gestire e utilizzare dati e tecnologie in modo corretto avrebbe determinato il successo o il fallimento di aziende trasversali per settore. Questo fenomeno sta ora accelerando notevolmente e, nel mondo finance, il fintech e l’applicazione dell'Intelligenza Artificiale stanno provocando cambiamenti rapidi non solo nei modelli economici delle aziende, ma anche nelle loro strategie, percezione del rischio e, in alcuni casi, nella struttura organizzativa stessa. 

Inoltre, la sensibilità verso tematiche ambientali e sociali influisce sulla propensione a investire in iniziative sostenibili, mettendo al centro i criteri ESG

Cambia anche il modo di percepire la concorrenza: i nuovi leader aziendali, spesso orientati alla flessibilità e a un approccio “agile” al lavoro, cercano partner finanziari innovativi, credono nel networking anche sopra al concetto di competition, risultando più propensi a collaborare e a condividere risorse.  

Un aspetto fondamentale è una maggiore apertura al rischio, che potrebbe stimolare investimenti in settori innovativi, mentre l'attenzione alla formazione continua riflette l'importanza attribuita alla crescita professionale dei dipendenti, anche in ottica di nuove competenze necessarie per adeguarsi alla velocità di cambiamento del mondo che ci circonda.