Finanziare l'impresa diventa velocissimo: intervista ad Andrea Belloni

«Finanziare l'impresa diventa velocissimo», su Economia&Risparmio Andrea Belloni, nostro Director, approfondisce il modello di Azimut Direct e la nostra offerta dei servizi alle PMI.

«Ci siamo dati una sfida, di quelle impegnative ma affascinanti: invogliare le piccole e medie imprese a fidarsi del private equity ed a servirsene»: lo dice con entusiasmo, mitigato da un filo di autoironia, Andrea Belloni, Director in Azimut Direct, la società che nel gruppo Azimut – uno dei pochi gruppi finanziari italiani attivo in tutto il mondo – si è presa l’incarico di coniugare private capital e fintech.

Cosa fate, in concreto?
Tante cose. Lei mi intercetta durante un tour che toccherà 12 città, dove i principali top-manager delle società del Gruppo espongono a una platea di clienti in che modo il sistema Azimut cerca di rispondere concretamente alle esigenze degli imprenditori, nell’ottica dell’economia reale. E quindi utilizzando la finanza come strumento e non come fine. 

Come avete iniziato?
Azimut Direct nasce da un accordo tra il gruppo Azimut ed Epic Sim, che fu la prima piattaforma fintech dedicata all’economia reale, costituita nel 2014 e poi acquisita da Azimut al 100%. La nostra visione strategica fu chiara da principio: fungere da ponte tra le PMI e gli investitori professionali. Oggi potrei dire che siamo il braccio operativo del gruppo Azimut nell’incontrare imprenditori, specie medio piccoli, per permettere ai circa 2000 consulenti del Gruppo di soddisfare le esigenze a tutto tondo degli imprenditori. 

Vi occupate più di private equity o anche di private debt?
Viviamo in tempi di transizione generale, non abbiamo preconcetti, si offre quel che serve, quel che fa al caso del cliente. Consideri che uniamo la forza di un grande asset manager internazionale, che gestisce asset per 57 miliardi di Euro, con la specializzazione di una fintech solida, in rapida e forte crescita.

Tutto il settore è in crescita.
Da questo punto di vista posso dire che Azimut Direct è il veicolo attraverso il quale il gruppo Azimut cerca di soddisfare le esigenze di finanza alternativa che percepisce sul mercato. E quali sono in questo ambito le soluzioni? Ne cito due: facciamo instant lending e direct lending. Nel primo caso, fino a 1 milione, utilizzando piattaforme fintech snelle e veloci, che a volte 10 giorni e in genere in 2 settimane, finalizzano l’operazione. Il direct lending consiste in operazioni che vanno dal milione in su, si istruiscono sempre su piattaforma…ma richiede un po’ più di tempo.

Come fate in quindici giorni a erogare un milione?
L’analisi di prefattibilità che facciamo è molto accurata e questo ci permette di interfacciarci con gli investitori istituzionali nel modo adeguato, riducendo al minimo gli eventuali spazi negoziali successivi. Si identifica l’operatività necessaria e si capiscono bene le esigenze correlate in termini di pricing. Teniamo presente che tutte queste operazioni sono industrializzate grazie a una piattaforma digitale che ci permette di elaborare una grande mole di dati storici che, unita all’analisi approfondita del nostro team di business intelligence sulle proiezioni future della singola impresa, permette di identificare lo strumento finanziario più adeguato.

Qualche dato su Azimut Direct?
I volumi transati da Azimut Direct nel 2022 sono stati 780 milioni e 91 le operazioni concluse.

Non temete le banche classiche?
Quando il canale tradizionale aveva la disponibilità di finanziare le imprese a tassi bassissimi, sì. Oggi no. Ma anche ieri, la finanza alternativa, come la nostra, rispondeva meglio alle esigenze degli imprenditori di fare in fretta. E questo ci rende molto competitivi. Con 91 operazioni concluse nell’anno, che in maggior parte sono state su private debt…

Il private debt negli Usa ha lo stesso peso del credito bancario. 
Sì, e comunque fino a 6 mesi fa, quando le banche centrali finanziavano illimitatamente il sistema, l’industria del credito beneficiava di un funding negativo altrettanto illimitato: le banche centrali finanziavano il sistema impresa al tasso euribor più uno spread, che risultava in un tasso medio del 3%. Ma adesso il mercato è cambiato, quel mondo è finito e dunque qualsiasi spread che il sistema bancario voglia avere si aggiunge a un euribor del 3% e la finanza alterativa diventa quindi più competitiva.

Riepilogando: fate Instant lending, direct lending, minibond e bond. Giusto?
Nelle 91 operazioni realizzate c’è tutto questo e c’è anche l’m&a puro, come anche l’m&a incrociato con il private equity. Consideri che la nostra piattaforma unita al lavoro dei nostri analisti ci permette di fare operazioni rilevanti, come ad esempio quella a favore di un’azienda attiva nel settore dell’energia, che ha beneficiato oltre che del finanziamento anche della materia prima… quasi un’operazione tipica da investment bank. 

Secondo voi la banca tradizionale ci sarà ancora, tra dieci anni?
Siamo convinti di sì, e del resto il sistema bancario italiano negli ultimi 10 anni ha ridotto drasticamente il numero degli sportelli bancari. Come dire: sta evolvendo! Siamo convinti che un periodo con tassi a zero così lungo sia stata un’anomalia, un unicum irripetibile. E siamo altrettanto convinti che ci sia spazio di crescita importante per la finanza alternativa.

Cosa direbbe, anzi cosa dice, a un imprenditore quanto vuole convincerlo a servirsi di voi?
Che siamo velocissimi, e che se lui non ha più con la sua banca di sempre il rapporto diretto che aveva, può rifondarlo in modalità alternativa. Fermo restando che anche per noi l’incontro con l’imprenditore e la relazione qualitativa diretta è fondamentale. A questo uniamo la forte impronta tech del lavoro distintivo di business intelligence …