Obbligazioni 2020: le nuove emissioni

Le imprese hanno bisogno urgente di liquidità. Il pacchetto di garanzie pubbliche introdotto dal decreto Liquidità sicuramente è di forte supporto ma il sistema bancario da solo potrebbe non essere in grado di far fronte alle numerosissime richieste di finanziamenti. Creare un canale diretto tra mercato e imprese è sempre più una necessità, oltre che una best practice.

Un ruolo chiave lo sta avendo e lo avrà sempre di più il private debt, ovvero i diversi strumenti di debito privato emessi da piccole e medie imprese (PMI) non quotate, minibond in primis. Vediamo dunque come si sta muovendo il mercato dei minibond e quali sono state le nuove emissioni del primo semestre 2020.

I minibond: finanza per la crescita

I minibond sono obbligazioni di medio-lungo termine emesse da PMI italiane non quotate, per il finanziamento di piani di crescita e sviluppo, caratterizzate da un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola periodica e una data di scadenza in cui viene rimborsato il capitale. Tipicamente si considerano minibond le obbligazioni di PMI con valore nominale complessivo inferiore a EUR 50M.

A differenza delle tradizionali obbligazioni corporate, i minibond sono tradizionalmente sottoscritti da investitori istituzionali e da investitori privati qualificati, ovvero persone fisiche che rispettano determinati requisiti di patrimonio ed esperienza professionale. Questo perché non è facile reperire informazioni su imprese non quotate e di piccole dimensioni, e quelle disponibili pubblicamente richiedono elevata capacità di analisi e conoscenza del mercato di riferimento.

Perché i minibond?

Lato imprese, oltre al fattore del canale diretto, c’è il vantaggio di ottenere finanziamenti con maggiore possibilità di personalizzazione (ad esempio nella struttura di rimborso del capitale). Lato investitori, c’è la possibilità di beneficiare di un ottimo rapporto rischio-rendimento, specie in un periodo di tassi (e dunque, guadagni) particolarmente bassi come quello attuale.

Non bisogna però dimenticare che i minibond sono finanza per la crescita: una impresa che decide di far ricorso a questo strumento deve avere come obiettivo l’espansione del proprio business, sia esso un’operazione di M&A, una nuova strategia commerciale o un piano export.

Di conseguenza, i minibond sono adatti a investitori pazienti, e offrono interessanti opportunità di diversificazione a tutti quei soggetti che vogliono arricchire il proprio portafoglio su un orizzonte di lungo periodo.

Le nuove emissioni di obbligazioni 2020

Al 30.06.2020 i minibond quotati sull’ExtraMOT Pro3, il mercato regolamentato gestito da Borsa Italiana, hanno raggiunto quota 340, per un controvalore complessivo pari a EUR 2.264M. Di questi, risultano ancora in circolazione 161 emissioni, per EUR 1.108M totali (considerati i rimborsi di capitale già avvenuti).

Per quanto riguarda le nuove emissioni di obbligazioni, nel primo semestre 2020 si sono registrati 9 nuovi minibond, per EUR 52,1M (di cui EUR 9M di size increase di emissioni precedenti). Sono invece 8 le emissioni giunte a scadenza, cui si aggiungono 4 rimborsi anticipati, per complessivi EUR 83,3M. Nel resto dell’anno giungeranno a scadenza altre 18 emissioni, per controvalore all’origine di EUR 149M.

Oltre all’ExtraMOT Pro3, il mercato delle obbligazioni PMI comprende emissioni in private placement, eventualmente quotate su mercati europei, come ad esempio il Third Market della Borsa di Vienna. La raccolta di informazioni sulle nuove emissioni di obbligazioni collocate privatamente può risultare più difficile, mancando fonti ufficiali. Sulla base dei comunicati stampa aziendali ripresi sulle testate specializzate (come ad esempio Bebeez o Milano Finanza), nel primo semestre 2020 abbiamo mappato 42 emissioni, per un controvalore di EUR 227,9M.

Un ruolo rilevante lo hanno avuto i “basket bond”, ovvero operazioni di cartolarizzazione di emissioni obbligazionarie di PMI diverse ma con un qualche denominatore comune (come ad esempio stesso territorio, stesso settore o magari stesso obiettivo di investimento), destinate ad investitori istituzionali. Delle 42 emissioni in private placement, 20 appartengono a basket bond: 3 relative all’Intesa Sanpaolo Basket bond, 1 all’Export Basket Bond, 8 al basket bond territoriale Garanzia Campania Bond (che ha registrato una seconda emissione a luglio di EUR 23,6M su 10 imprese) e 8 al basket bond Regione Puglia.

L'emissione tipo

Le nuove emissioni 2020 sono legate a società appartenenti a diversi settori dell’economia italiana. Le principali, in termini di dimensione del finanziamento, sono quelle collegate ai comparti Media & ICT (per le non quotate) e Financial Services (in entrambi i casi).

In media, si tratta di emissione di dimensione pari a circa EUR 5M. Nel caso dei minibond quotati su Borsa Italiana, la cedola media è del 4,67% e la durata media di 5,3 anni. Cedola inferiore e durata superiore invece sui collocamenti privati: 3,25%, per 6,4 anni. Anche in questo caso si tratta di un fenomeno verosimilmente legato ai basket bond, che, grazie alla cartolarizzazione delle singole emissioni e spesso anche alle garanzie che le accompagnano, permettono costi più bassi e più lunga durata.

Per quanto riguarda gli emittenti, una decina avevano già fatto ricorso ai minibond nel passato, e un paio sono veri e propri emittenti “seriali”, il che conferma l’efficacia di questo strumento nel sostenere percorsi di crescita delle PMI italiane. Efficace e accessibile: le statistiche sul fatturato evidenziano un progressivo ricorso anche da parte di imprese di dimensione minore. Il fatturato medio delle imprese che hanno emesso nuove obbligazioni nel primo semestre 2020 è pari a circa EUR 50M, contro un valore di poco superiore a EUR 80M registrato nel 2019.

Analisi
4 minuti
22.07.2020
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