Nel mondo della finanza aziendale, è fondamentale comprendere i diversi indicatori che permettono di valutare la performance di un'impresa. Spesso, l'attenzione si concentra esclusivamente sul fatturato, trascurando altri parametri altrettanto importanti.
In questo articolo, analizzeremo tre concetti chiave: EBT (utile prima delle imposte), EBIT (utile prima degli interessi e delle imposte) ed EBITDA (utile prima di interessi, imposte, ammortamenti e svalutazioni), evidenziando le loro differenze e l'importanza di conoscerli per una gestione aziendale consapevole.
Definizioni e calcolo dei tre valori
Con EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization), si intende il Margine Operativo Lordo, o MOL. Questo misura la redditività operativa di un'azienda, escludendo gli effetti delle decisioni finanziarie e contabili. Si calcola sottraendo dal valore della produzione i costi per materie prime, servizi, personale e costi di funzionamento.
La formula è: EBITDA = Valore della produzione – Costo dei servizi – Costo della materia prima – Costo del personale – Costi per Godimenti beni di Terzi e Oneri diversi di gestione.
La sigla EBIT (Earnings Before Interest and Taxes) indica il Risultato Operativo o Margine Operativo Netto (MON): fornisce una visione più precisa dell'utile operativo, riflettendo il successo operativo indipendentemente dagli obblighi finanziari e fiscali.
La formula è: EBIT = EBITDA – Costi operativi tra cui gli ammortamenti.
Invece, l’EBT (Earnings Before Taxes) è l'utile prima delle imposte. Offre una panoramica della performance finanziaria aziendale, considerando l'impatto della struttura di finanziamento, ma escludendo l'onere fiscale.
La formula è: EBT = Utile netto + Imposte.
La principale differenza tra EBITDA, EBIT e EBT, quindi, risiede nel fatto che l'EBITDA non considera ammortamenti, svalutazioni, interessi e imposte, l'EBIT include ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti, mentre l'EBT considera anche gli oneri e i proventi finanziari.
Importanza per le imprese
Conoscere l'EBITDA e l'EBIT è fondamentale per diversi aspetti della gestione aziendale. Innanzitutto, aiutano a valutare la performance di un'impresa: l'EBITDA, in particolare, è utile per confrontare aziende dello stesso settore e avere un'idea chiara dei flussi di cassa generati. Inoltre, questi indicatori sono strumenti preziosi nell'analisi di bilancio, supportando imprenditori e manager nella pianificazione finanziaria e nella definizione del business plan.
Sono anche centrali nella valutazione aziendale, poiché vengono utilizzati per calcolare il valore dell'impresa e dell'equity, soprattutto nei processi di acquisizione e cessione. Dal punto di vista operativo, l'EBITDA consente di capire rapidamente se l'azienda sta generando o assorbendo liquidità. Un valore positivo indica che la gestione sta producendo ricchezza, mentre uno negativo può essere un campanello d’allarme. Infine, l'uso diffuso di questi parametri aiuta a creare un linguaggio comune tra imprenditori e manager, favorendo decisioni strategiche più consapevoli e migliorando la gestione aziendale.
EBITDA VS crescita: perché non bisogna valutare solo il fatturato
Molti imprenditori e dirigenti puntano alla crescita come obiettivo principale: non sempre, però, il fatturato si traduce in un aumento reale del valore dell'azienda. In alcuni settori, crescere a tutti i costi può essere un errore: è fondamentale che la crescita sia accompagnata da un aumento dell'EBITDA e della marginalità.
Comprendere e monitorare EBT, EBIT ed EBITDA è essenziale per una gestione finanziaria efficace e per valutare correttamente la performance di un'azienda. Questi indicatori, insieme al fatturato, forniscono una visione completa della salute finanziaria dell'impresa, supportando le decisioni strategiche e contribuendo a creare valore nel tempo.